Volti di Caino (i)
Volti di Caino (i)
Caino o Abele?
La scelta sembra scontata perché la precomprensione che ci accompagna, figlia della nostra formazione religiosa e culturale, sa per certo chi è la vittima e chi è il carnefice. Senza ombra di dubbio...
...La condanna è emessa senza possibilità di appello. Sia per il fatto in sé. Sia in nome di tutti gli Abele del mondo (generazione dopo generazione). O l’uno o l’altro. O il male o il bene. O l’ingiustizia o la giustizia. O il carnefice o la vittima...
Non c’è un Caino che non sia anche Abele. Come non c’è un Abele che non sia anche Caino. Entrambi sono progenie di Adamo e, in quanto tali, proprio perché uomini e non angeli e non Dio, hanno in sé, l’uno e l’altro, sia lo yétser tov, “l’inclinazione al bene”, sia lo yétser ha-ra‘, “l’inclinazione al male”. Caino, di conseguenza, non è malvagio ed empio in sé, così come Abele non è buono e giusto in sé. Quello che mostrano nel loro agire è frutto sempre di una scelta che, già allora, era condizionata in modo diretto dal vissuto (anche se limitato) e non da una propensione innata all’una o all’altra faccia della propria intima configurazione.
Dove stanno la bontà e la giustizia di Abele se, come lascia intendere Genesi 4,4, egli è il primo a rompere il rapporto sacro con la vita e a portare in offerta i capi migliori del suo gregge e il loro grasso, o se non è pronto a consolare il fratello? Dove stanno la malvagità e l’empietà di Caino se egli, il “servitore del suolo” (Gen 4,2), è colui che si fa carico della maledizione del suolo e della necessaria fatica con cui Adamo e la sua discendenza sono condannati a trarne il nutrimento?
È, forse, possibile affermare che mentre Caino era un servitore del suolo, quindi non di Dio e di conseguenza un idolatra, Abele era completamente dedito a Dio e al suo servizio?
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Gianpaolo Anderlini si dedica da oltre quarant’anni a studi sull’ebraismo (Bibbia, lingua ebraica, Midrash, Talmud) e in particolare ha focalizzato il suo interesse sull’interpretazione ebraica dei Salmi. È redattore della rivista QOL che si occupa del dialogo ebraico-cristiano. Ha pubblicato articoli e contributi su QOL, Bibbia e Oriente, Rivista Biblica Italiana, Orientamenti, Parola Spirito e Vita, Confronti e in diverse opere collettive. Ha seguito e coordinato le attività della scuola di lingua e cultura ebraica di Salvarano (RE) e da nove anni è docente nel Corso di ebraico biblico che si tiene a Carpi (MO).
Ha pubblicato diversi libri sulla Bibbia ebraica e sull’ebraismo: Mosè, 2009; Parole di vita, 2009; Ebraismo, 2012; I quindici gradini. Un commento ai Salmi 120-134, 2012; I calici della memoria. Il vino nella tradizione ebraica, 2013; Tu mi hai rapito il cuore. Eros amore e sessualità nella Bibbia ebraica, 2014; Giainisti Sikh, 2015; Per favore non portateli ad Auschwitz, 2015; Il cibo nella Bibbia e nella tradizione ebraica, 2015; Qabbalàt Shabbat. Meditazione sui salmi del sabato, 2017; Niente di nuovo sotto il sole, 2019; Perché Dio non ci ascolta?, 2020; Angelo Fortunato Formìggini. Uno dei meno noiosi uomini del suo tempo, 2021; Devarìm ’acherìm (Parole altre), 2022; Incontri, 2022; De rerum natura, Rimini 2022; Io sono tuo, salvami! Commento al Salmo 119, 2022; Figli di Qohèlet monologhi sul margine del Libro, 2023; E come potevamo non cantare, 2023; I volti di Caino. Rileggere Genesi 4, 2024.
Autore: ANDERLINI Gianpaolo
Sottotitolo: Rileggere Genesi 4