Icone e feste del ciclo liturgico
Icone e feste del ciclo liturgico
Questo libro si propone di accompagnare il lettore, in maniera semplice e diretta, nel millennario percorso storico, teologico e spirituale dell’icona.
È difficile tacere, per noi abitanti di metropoli tecnologiche, rumorose e pluralistiche. La parola è la protagonista indiscussa delle nostre ampie comunicazioni nel vivere quotidiano tanto che, qualora improbabili spazi di silenzio improvvisi ci cogliessero, infastiditi cercheremmo di riempirli con radio, tv, telefono o altro. Oramai, perso il sano ritmo dei cicli della natura quali la sveglia del gallo, il silenzio mattutino dell’alba, l’ampiezza silenziosa dei campi, i richiami degli uccelli nell’aria, il silenzio totale che scende con il buio della notte, ci ritroviamo spiazzati di fronte all’assenza dei suoni.
Questo ci è accaduto, d’avanti alla prima teologia, quella fondamentale che ci chiama tutti, credenti e no, allo stupore della Bellezza offerta dalla semplice osservazione del creato.
La teologia della Parola poi, ci ha abituato all’ascolto più esplicito della presenza di Dio e l’esegesi biblica è certamente un dono di esplicitazione e di pienezza comunicativa col Dio che si è rivelato.
Intanto l’Avvenimento della storia è accaduto: “Dio si è incarnato e nella Sua carne e stato visto sulla terra... ha preso la natura, la consistenza, la figura e il colore della carne, allora noi non sbagliamo nel fare la sua immagine, noi desideriamo vedere la sua figura, anche se ora lo vediamo come dice l’Apolstolo divinamente ispirato “come in uno specchio e in enigma” (Giovanni Damasceno, Difesa delle immagini, II,14).
Noi uomini occidentali siamo forse sazi di tanto dire e disquisire di Lui, e sempre più risultiamo come impermeabilizzati dall’eccesso verbale e raziocinante, divenuti incapaci di accogliente silenzio.
“La luce dell’oriente ha illuminato la Chiesa universale, sin da quando è apparso su di noi un sole che sorge” inizia così la lettera apostolica di Giovanni Paolo II Orientale Lumen (1995) in cui ha ritenuto necessario indicarci come preziosa la tradizione orientale, fatta più d’immagini che di parole, preziosa come il secondo polmone con cui la Chiesa è chiamata a respirare.
Tradizione occidentale e tradizione orientale quindi sono i due polmoni irrinunciabili alla vita della stessa Chiesa millenaria di Cristo.
Impariamo allora nei nostri paesi d’occidente, vie più visibili e silenziose, meno verbose e concettuali, per giungere in adorazione all’Avvenimento della nostra storia, al Dio-con noi per essere sempre più anche noi-con Dio.
Dunque le icone come via silenziosa dell’osservazione della Bellezza, immagini pregate, per pregare, e accogliere la Buona Novella del Vangelo. Dono per noi di Colui che dal Silenzio di Dio si fa Parola per invitarci in Lui: così il silenzio in noi nasce dallo stupore in cui ci lascia l’incontro con il Padre, per mezzo del Figlio, nell’abbondanza dello Spirito. Stupore ed ammutolito silenzio nel cogliere la relazione trinitaria che viene a noi e dà la Vita.
dalla prefazione