Libro di Ester (il)
Libro di Ester (il)
La protagonista del libro è una giovane giudea che vive con lo zio Mardocheo alla corte del re persiano Assuero. Diventata regina, essa avverte il re di una congiura ordita contro di lui, scoperta da Mardocheo. Il primo ministro Aman prende in antipatia Mardocheo e ottiene dal re un decreto di sterminio dei Giudei, ma Ester interviene a favore del suo popolo e sventa la mortale minaccia di Aman ai danni di Mardocheo, il quale sostituisce alla fine Aman come primo ministro. I Giudei sono autorizzati dal re di Persia a vendicarsi dei loro nemici e per commemorare questo trionfo viene istituita una particolare festa tra il popolo ebraico.
Lo scopo dell’autore è tutto orientato a spiegare l’origine della festa; egli elabora liberamente il suo drammatico racconto partendo da un nucleo storico. Il nazionalismo del libro ha caratteri di esasperazione – si tenga però presente che non tutti i fatti del libro sono necessariamente reali – ma non privo di fede nella provvidenza di Dio che alla lunga protegge il suo popolo servendosi di una fragile donna. Nel testo originale del libro non viene mai fatto il nome di Dio, forse per uno scrupolo tipico del Giudaismo degli ultimi secoli prima di Cristo, che per rispetto non pronunziavano mai Santo Nome. Dalla lettura di questa storia ci si può rendere conto delle difficoltà incontrate dal disegno divino di salvezza per giungere alle vette luminose della rivelazione evangelica.
Il libro ci è stato trasmesso in due forme: il testo ebraico, più breve (10 cc.), e il testo greco – in due recensioni – che in rapporto all’ebraico è più lungo di due terzi. Il testo accolto dalla Chiesa corrisponde a quello ebraico, più, in appendice, le parti della recensione greca dei più antichi manoscritti. Si ignora chi ne sia l’autore: l’edizione greca del libro fu portata in Egitto del 114 a.C. (11, 3); l’originale ebraico può risalire verso il 150 a.C., al tempo della rivolta dei Maccabei contro la persecuzione religiosa del re della Siria.