Veglia (la)

Questo opuscolo si propone di raccontare quello che nessuno racconta mai e che nessuno racconta perché, a meno che non serva da sfondo “gotico” a intrighi di sesso e di sangue, la preghiera della Chiesa è a torto giudicata materia inerte dal punto di vista narrativo e, prima ancora, dal punto di vista esistenziale.
Non a caso, invece, i luoghi più belli e le cose più preziose, almeno dalle nostre parti, hanno significativamente un legame privilegiato con il menage secolare che la Chiesa intrattiene con il suo Signore. Menage di amore e di fedeltà assoluta, quindi di gioia, anzi, di allegria!
Conoscere l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza, la profondità e l’amore di Cristo, comporta anche la conoscenza dell’amore esultante dell’amata, che si esprime misteriosamente nei gesti antichi e nelle parole sicure della Pasqua, vertice e fonte del dialogo ininterrotto dell’umanità di Cristo con Dio.
E l’umanità di Cristo – incredibile a dirsi! – siamo noi, assemblea di san Giacomo, di san Pietro, di san Paolo, ecc. redenti da un sangue prezioso. Siamo noi, a patto che rendiamo sempre più sicura, di anno in anno, di Pasqua in Pasqua, la nostra vocazione e la nostra elezione!
È così che noiosissime rubriche liturgiche, espresse in latino ecclesiastico (e tali qui conservate per non avventurarsi in traduzioni non autorizzate), come per incanto, prendono vita e raccontano una fisicità amorosa e adorante, in cui ciascuno è invitato ad entrare, per fare esperienza dell’esistenza di Dio, anzi, di più, del suo passaggio travolgente nella storia di ciascuno e di tutti.
Non vi è nulla di irrazionale, nulla di magico nella liturgia cattolica: tutto è misurato e sobrio. Non si vanno ad esprimere i propri umori mistici, ma quelli della Chiesa e quelli della Chiesa sono dettati dallo Spirito Santo, senza la presenza del quale, niente si trova nell’uomo, niente, si intende, senza macchia!
I fatti di seguito riportati si riferiscono alla “Veglia Pasquale Diocesana prolungata”, istituita a Bologna da un decreto del Cardinale Arcivescovo della città, e affidata all’animazione delle Comunità neocatecumenali.
Si parlerà di 300, ma sarà un numero approssimato. Si parlerà, allo stesso modo, di 50 riguardo ai cantori. Del resto la porta della chiesa è aperta, perché chiunque “venga a far Pasqua con noi”.
Servirà, al lettore, essere al corrente di queste annotazioni, per eliminare subito dalla mente l’equivoco di trovarsi di fronte a qualche “esperienza” liturgica border-line, espressione di ambienti ecclesiali “particolari”! La liturgia cattolica (la Pasqua in particolare) è l’arrivo felice dello Sposo: si resta fuori, con le lampade spente in mano, se non ci si procura per tempo l’olio della sposa amata, con un’allegra obbedienza alla sua volontà.

Tarcisio ZANNI nato a Cremona nel 1945 vive a Bologna. È autore di numerosi saggi di "teologia divulgativa" di indole catechetica per adulti e bambini:
A Betlemme; Assunti in cielo; Che cosa c’è di diverso questa notte?; Circondati da testimoni; Città, Chiesa e missione; La debolezza di Dio; Giuseppe di Nàzaret; Intervista a Francesco Cuppini; Lettera a una bambina battezzata a sua insaputa; Il libro del Matrimonio; Non conformatevi; Ogni genere di discernimento; Pensieri sul morire e su quel che segue; Il segreto di Karol; La Veglia; Venduto in Giuseppe; Verso il Natale in famiglia; Viaggio alla ricerca dell'Italia cattolica che non si trova più.