Ali della Torah. Commenti rabbinici del Decalogo (le)
Ali della Torah. Commenti rabbinici del Decalogo (le)
Israele ha considerato i dieci Comandamenti come l’espressione principale della rivelazione del Sinai. Durante gli anni del secondo tempio, i dieci Comandamenti erano parte della liturgia quotidiana che i sacerdoti celebravano nel tempio di Gerusalemme.
Attualmente, nelle celebrazioni ebraiche di ogni giorno, i dieci Comandamenti sono pubblicamente letti tre volte all’anno: nei sabati a cui corrispondono le letture di Esodo 20 e Deuteronomio 5 ed anche nella festa delle Settimane o festa commemorativa del dono della Legge. Ma nei libri di preghiera per la devozione privata, e, pertanto, come parte della celebrazione quotidiana, i dieci Comandamenti sono letti dopo la preghiera mattutina di ogni giorno.
Le due tavole di pietra, con le Dieci Parole scritte su di esse, che il Santo –benedetto sia– diede al suo popolo, sono come un giardino di piante balsamiche che producono spiegazioni e significati, come un giardino produce erbe aromatiche. Le labbra dei saggi, che studiano la Legge, distillano ovunque significati, e i detti della loro bocca sono come mirra purissima.
Il mondo si riempiva di aromi con ogni parola che usciva dalla bocca del Santo, benedetto sia. Chi osserva e riflette sulle Sue parole, estrae da esse fiori e fronde; come un bosco rigoglioso sono le parole della Legge, chi le medita ne trae sempre nuovi significati.
Il derash, o studio midrashico della Legge, permette all’uomo di conoscere i segreti della creazione e la volontà del Creatore. Questi innumerevoli significati sono dispersi negli scritti del Targum e del Midrash...
...Targum e Midrash non sono mai opera di uno solo, bensì il risultato di una tradizione. Coscienti dell’insondabile ricchezza della Scrittura e dei limiti di chi ascolta, si crea una catena interpretativa, qualcosa come “una conversazione ininterrotta”, che non finisce mai. In sintonia con la Torah e rispondendo ad essa, si ricrea l’esperienza della Voce di Dio udita da Israele sul Sinai. “Allora” Dio ha parlato, ma questo “allora” è sempre. Col metodo midrashico possiamo udirla ancora oggi viva e fresca. Scrutando la Scrittura, le poniamo domande e troviamo sempre una risposta esistenziale. Il Midrash ci aiuta a mettere il vino vecchio in vasi nuovi e, così, a gioire e celebrare il tempo e la vita in ogni situazione personale che Dio ci offre. Forse la nostra è una generazione di nani, ma un nano che sale sulle spalle di un gigante può vedere orizzonti vastissimi. Così, sostenuti e portati dall’alveo della tradizione, anche noi possiamo scoprire nuovi aspetti del mistero di Dio e della sua volontà su di noi.
Ascoltare la Torah, e in concreto il Decalogo, non significa porsi davanti a un libro a un codice per esaminarlo freddamente, ma penetrare nella corrente vitale che sgorga dalla Scrittura e che, attraverso i secoli, arriva fino a noi...
...È bene assumere l’atteggiamento di chi si colloca al di sotto del testo biblico, lasciando che il testo gli parli con la sua inesauribile ricchezza...
dall'Introduzione