Vangeli dall'orale allo scritto

La riscoperta della tradizione giudaico-cristiana potrà ispirare la nuova evangelizzazione facendo scoprire ai cristiani i tesori di pedagogia che lo stesso Gesù ha nascosto nel Vangelo, nella collana degli Apostoli o in quella dei diaconi. Per costruire una catechesi adatta ai temi che Giovanni Paolo II ci annuncia dall’inizio del suo pontificato, la Chiesa deve avviare una nuova esegesi libera, come lo fu quella di sant’Efrem, da ogni riduttiva concettualizzazione. Invece di procedere a una lettura intellettuale che isola le frasi le une dalle altre e scruta il senso delle parole a furia di dizionari greci ed ebraici, i credenti vi apprenderanno a meditare e ruminare il Vangelo, per custodirlo vivente nel loro cuore e farne emergere la moltitudine dei significati di cui risuona.

Per comprendere la sfida della nuova evangelizzazione, bisogna essere consapevoli che per la Chiesa non si tratta soltanto di diffondere un insegnamento, bensì di trasformare gli uomini affinché diventino essi stessi Parola e Corpo del Cristo. È esattamente come il lievito che fermenta la pasta perché la farina si trasformi in lievito. Una tale trasformazione non può evidentemente essere ottenuta a furia di libri e dimostrazioni, ma soltanto con uno scambio in profondità da persona a persona. La trasmissione della Parola deve avvenire un po’ alla maniera di un messaggio genetico che si sdoppia. Il messaggio del Verbo incarnato lascia la sua impronta nell’anima di colui che lo riceve. Grazie alla mediazione del catecheta, si mescola al suo messaggio e gli dà la vita facendolo partecipe del Cristo e vera cellula del suo Corpo.