Un estratto dal libro di Tarcisio Zanni
Cari lettori, vi proponiamo un interessante estratto dal libro di Tarcisio Zanni: |
LA DEBOLEZZA DI DIO |
STORIA DI ANANIA E LEAH TRA NATALE E PASQUA |
(Nuova edizione di "Crocifisso per la sua debolezza") |
"Il suo Gesù" era ridotto come il corpo di uno davanti al quale ci si copre la faccia: bisognava farsi violenza per guardarlo. Non riusciva ormai più a respirare; ogni respiro gli stava provocando sofferenze inaudite. Non c’era un luogo del suo corpo, ancorché piccolo, che non fosse offeso. Il suo bel volto era divenuto una smorfia raccapricciante. Come poteva essere trattato così il Messia? […] Se quello che stava sulla croce era Adonai, voleva dire che la corona di spine, che gli stava dilaniando il capo, era la superbia di tutti gli uomini, alla quale Dio aveva deciso di rispondere non castigandola, ma lasciandosene dilaniare: era il capo di Dio che si stava piegando alla superbia dell’uomo. Voleva dire che Dio si era umiliato davanti alla superbia umana, che si era fatto umile davanti alla superbia di Anania e l’aveva amato superbo. Nessuno ama un superbo: il superbo è odioso. Si trattava di una novità assoluta per lui e per tutti. Se c’era Adonai sulla croce, stava sgorgando da lì il perdono come un fiume su tutta l’umanità. […] Avrebbe voluto vedere il miracolo, Anania. Quanti ne aveva fatti Gesù, anche di più grandi! Avrebbe voluto che avvenisse davvero. Ah, come lo avrebbe voluto! Anche lui pensava che solo così tutti avrebbero creduto! Anche lui in fondo, sia pure da un altro versante, stava lì per lo stesso motivo: che scendesse dalla croce. Che venissero gli angeli a staccarlo! Che apparisse a tutti la vera identità del suo Maestro! Che scendesse dalla croce! Chiudeva gli occhi e aspettava… Ma niente! Il respiro di Gesù, sempre più faticoso, il suo silenzio sempre più simile alla sconfitta. Se fosse sceso dalla croce avrebbe confuso tutti i suoi nemici, avrebbe dimostrato che avevano tutti torto, avrebbe ristabilito la verità, li avrebbe costretti ad inginocchiarsi davanti a lui. Arrossiscano e siano svergognati i miei nemici… Era anche scritto! Come Elia con i profeti di Baal. Avrebbe potuto annientarli! Fu mentre pregava ardentemente che questo succedesse, che fu assalito da un pensiero, non nuovo, ma come nuovo. «E se Gesù li amasse davvero i suoi nemici – si disse – come potrebbe volere che siano svergognati e costretti ad adorarlo?!». Lui non aveva mai costretto nessuno. Stare vicino a lui era stato per Anania come stare vicino alla libertà, toccarla quasi con mano. Pensò alle tante volte che lui aveva litigato con Leah; quando (quasi sempre) aveva imposto le sue ragioni, il suo diritto; quando (quasi sempre) aveva battuto i pugni sul tavolo, l’aveva costretta con i suoi “musi”, l’aveva fatta capitolare con il suo sdegno. Pensò alla sua piccola esperienza, quando, dopo aver ascoltato Gesù sul monte (quello che ormai i discepoli chiamavano “delle beatitudini”) aveva capito, pur senza riuscire mai a realizzarlo, che l’amore è debolezza. «Avere un debole»… Appunto. Per amare qualcuno si deve essere deboli, ci si deve caricare del suo torto, dissimularlo. Non si può obbligare qualcuno ad amarti! Leah si doveva arrendere: era lui il più forte, lui che aveva i soldi, lui che avrebbe potuto lasciarla sola. Lui era per Leah un piccolo dio e non aveva mai mancato di dimostrarlo. Ma non era amore. Amore sarebbe stato solo se lui si fosse fatto debole, l’avesse lasciata libera di trattarlo ingiustamente. Certo avrebbe dovuto affrontare la disapprovazione di tutti, ma quello solo sarebbe stato “amarla”. Tutti avrebbero detto che era un uomo da nulla. Perché tutti odiano chi ama fino in fondo. Forse perché tutti se ne sentono rimproverati. |
Estratto da “La debolezza di Dio”, Tarcisio Zanni – chiricolibri.com
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