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Violenza, misericordia e perdono cristiano - Paolo GENTILI

Carissimi, vi offriamo qui di seguito un estratto dal libro


Violenza, misericordia e perdono cristiano
Essere martiri nel mondo odierno

a cura di Paolo GENTILI

Prefazione di Pierbattista Card. Pizzaballa

Interventi di:

Á. Barahona - A. Sansone - C.L. Rossetti - D. Reyero - F. Bovi
P. Gentili - A. Medina Vargas - A. Panaro - F.G. Voltaggio

Collana Psicologia e Fede  


IL "GUARITORE FERITO" E LE PIAGHE CHE CURANO. PERDONO E MARTIRIO COME RISPOSTA ALLA VIOLENZA
di Francesco Giosuè Voltaggio

Dio cura mediante
lo stesso mezzo con cui ferisce.
Le ferite, se assunte, divengono feritoie mediante le quali passa la luce divina.


Tutti – lo sappiamo bene, se solo guardiamo noi stessi con sincerità – siamo, in qualche modo, feriti. Possono, tuttavia, le ferite e i traumi divenire occasione di guarigione per altri?

Siamo solo un frutto degli errori e delle ingiustizie degli altri o si può dare un senso e una missione perfino a queste? Siamo fatidicamente condannati al vittimismo o si può trovare una via d’uscita dal suo circolo vizioso?

…La Pontificia Commissione Biblica, nel documento L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa (1993), ha dichiarato che «psicologia e teologia non hanno mai cessato di essere in dialogo tra di loro» e che «gli studi di psicologia e di psicanalisi apportano all’esegesi biblica un arricchimento, poiché, grazie a essi, i testi della Bibbia possono essere meglio compresi in quanto esperienze di vita e regole di comportamento».

...Jung sosteneva che «solo il medico ferito guarisce», convinto com’era che il terapeuta «può guarire gli altri nella misura in cui è ferito egli stesso». Egli proponeva in tal modo l’archetipo del “guaritore ferito”, ben espresso dal mito greco di Chirone, centauro immortale che, proprio a causa della lancinante ferita al ginocchio arrecatagli da una freccia avvelenata dell’amico Eracle, divenne un guaritore. Un cristiano sa che quanto di vero vi è nei miti e nelle filosofie pagane, come anche nelle altre religioni, si è compiuto in Cristo. H.-G. Gadamer affermò che «l’immagine del Christus patiens contiene una doppia polarità, che rimanda all’archetipo del redentore che porta su di sé la sofferenza. In questo senso il medico diventa il guaritore ferito». In lui, la ferita è divenuta feritoia di luce, e questo può avvenire, per sua grazia, nei credenti in lui. Tale contributo vuole sondare come tale realtà umana, vale a dire l’archetipo del “guaritore ferito”, si sia pienamente adempiuta in Cristo, e come possa essere illuminata alla sua luce e compiersi in ogni persona.

...Le “piaghe che curano” di Cristo illuminano così le ferite di ogni uomo: esse non vanno eliminate, ma trasfigurate. Assunte come una grazia, esse costituiscono uno strumento di guarigione per altri, giacché è solo mediante le ferite che si può ottenere salvezza: le piaghe del cristiano, come quelle di Cristo e in esse, sono trasfigurate e rese gloriose. Noi non siamo condannati alle nostre ferite e non siamo chiamati solo a cercare le cause delle nostre ferite. Le ferite non vanno cancellate, quanto piuttosto trasfigurate, giacché vi sono delle ferite che non si potranno mai sanare, sia a livello personale che psicologico. Vi sono ferite che lasciano cicatrici troppo profonde e che rechiamo iscritte nel volto e nell’anima. Non siamo chiamati a essere uomini senza ferite né siamo condannati ad esser per sempre vittime delle nostre ferite, perché è solo mediante le ferite che si può ottenere salvezza e che possiamo avere misericordia e curare, con l’aiuto di Cristo, le ferite degli altri.